Un nuovo studio di t33 esplora l’impatto delle norme UE sugli appalti pubblici su regioni e città
GIU 2025
Pubblicazione 24 April 2020
Tutti sappiamo che la la fase di “ripartenza” post emergenza Coronavirus dovrà prevedere importanti investimenti pubblici. Tali investimenti dovranno essere multi-settoriali e granulari rispetto ai territori, per evitare di alimentare asimmetrie distributive e finire per incrementare i divari socio-economici. In questa ottica, la politica di coesione appare come lo strumento più idoneo per raggiungere in profondità regioni e città su molteplici aree mantenendo un alto livello di accountability e di efficacia.
La politica di coesione si fonda su cicli di programmazione. In questo momento ci troviamo alla soglia del passaggio tra il 2014-2020 e il 2021-2027. Normalmente si dovrebbe procedere in questa fase alla redazione dei nuovi programmi. Da qui la nostra proposta di estendere la programmazione 2014-2020 oltre la sua naturale scadenza rifinanziandola in parte con le risorse destinate alle prime annualità del 2021-2027.
L’estensione per almeno un anno dell’attuale programmazione 2014-2020, rifinanziata con risorse nuove, consentirebbe di accelerare gli investimenti e dare ossigeno a quelle priorità che dovessero essere penalizzate da una riallocazione delle risorse volta a fronteggiare l’emergenza e i benefici che ne deriverebbero sarebbero superiori a quelli legati all’attuazione, già a partire dal 2021, dei regolamenti previsti per il periodo 2021-2027.
Per approfondire questi punti e comprendere come l’attuale quadro di programmazione già anticipa molte delle principali innovazioni in termini di semplificazione e approccio “green” caratteristiche del regolamento 2021-2027, puoi leggere il nostro articolo.
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